I benefici di Biomusica nell’esperienza con persone “over 65”

DOTT. LUCA CASALE,
MUSICOTERAPISTA, DOCENTE E COORDINATORE SCUOLA ITALIANA DI BIOMUSICA

Da quattro anni il mio lavoro con Biomusica si è orientato in particolar modo e anche inaspettattamente a una fascia di età che parte dai sessantacinque anni in su (una volta veniva chiamata terza età, ma i tempi sono cambiati e indubbiamente ho conosciuto sessantacinquenni molto più in forma di quarantenni). Come formatore nel campo educativo, del benessere e dello sviluppo personale da vent’anni, i miei clienti erano prevalentemente adolescenti o adulti. Ebbene ho constatato che il desiderio evolvere, migliorarsi, curare il proprio benessere fisico e psichico è un impulso che non ha età, ed è, nello stesso tempo, frutto ed esigenza di tempi nuovi, in cui l’età media di vita continua ad aumentare ed emerge l’esigenza di invecchiare in salute: malattie come le demenze senili, Alzheimer in primis, sono in aumento, anche in età non particolarmente avanzate. Le cause sono molteplici, come lo stile di vita, l’alimentazione, le malattie croniche, etc., ma anche solitudine, isolamento, depressione, mancanza di stimoli e relazioni fanno la loro parte.

La musica, elemento del quale, fin dall’antichità, l’uomo ha sperimentato il valore curativo,  può dare il suo contributo al benessere e alla qualità di vita della persona. Già nel 2001, l’American Academy of Neurology ha sottolineato l’importanza della musicoterapia come tecnica utile a migliorare le attività funzionali e a ridurre i disturbi del comportamento nel malato di Alzheimer, ma anche nel paziente affetto da demenza senile. 

Quello che verifico attraverso la mia esperienza, prevalentemente con anziani auto-sufficienti,  è che il gioco cooperativo e gli esercizi che utilizziamo in Biomusica, settimana dopo settimana, rinforzano i legami fra le persone, creano nuove relazioni che perdurano e si sviluppano al di fuori delle sessioni.

Gli allievi testimoniano di recuperare la gioia e il divertimento nel giocare insieme, che, a quel punto, non è più solo ricordo e prerogativa dell’infanzia, ma diventa strumento di comunicazione fra nonni e nipoti. 

La musica, unita al canto, al respiro e al movimento, permette di scaricare le tensioni, aumenta la forza e la resistenza, e produce momenti di distensione e calma emozionale, nei quali si può osservare un problema da una prospettiva più lucida.

Biomusica è un appuntamento a cui non mancare per la ricarica psicofisica, per affrontare meglio la settimana, e, per alcune persone, è un’occasione di auto-osservazione e riflessione sui propri comportamenti, attraverso lo specchio degli altri: un posto dove ricontattare la propria energia vitale, necessaria per modificare concretamente i piccoli atti quotidiani che migliorano la qualità di vita.