BIOMUSICA E SALUTE

Biomusica formula e promuove concetti innovativi nel campo della salute mentale, fisica ed emozionale. Introduce il concetto di bioenergia – e il suo vincolo indissolubile con la salute – e offre tecniche sull’uso del suono con obiettivi terapeutici.

E’ un valido elemento che può essere utilizzato come complemento di processi terapeutici, aiutando l’individuo a produrre un nuovo equilibrio psicofisico, prevenendo la formazione di stati emozionali e fisiologici negativi, collaborando nel recupero delle abilità danneggiate, stimolando l’autostima, l’espressività e la capacità di relazione.

ARTICOLI

Biomusica con adolescenti portatori di disturbi affettivi

Un'esperienza nel Centro comunitario di salute mentale di Playa,  L'Habana – Cuba

Dott.ssa. Mcs: Maria del Carmen Hernandez Saenz de Calahorra, Psicoterapeuta: Mairovis Rodriguez Hong – ISPN206308

Riassunto: Questo progetto di ricerca è sorto dalla necessità di trovare alternative di cure psicoterapeutiche nel lavoro specifico con adolescenti e, in questo caso, adolescenti che frequentano il Centro di Salute Mentale del Municipio Playa, con alterazioni nell'emozionalità provocate da ansia e depressione.

Introduzione: I disturbi depressivi interferiscono nel funzionamento quotidiano del paziente. Loro causano dolore e sofferenza non soltanto a chi lo subisce ma anche ai cari. La depressione severa può distruggere sia la vita della persona malata che alla sua famiglia. Nonostante ciò, in molti casi, questa sofferenza si può evitare. La maggior parte delle persone depresse non cercano una cura anche se, in realtà, la maggior parte dei casi (anche i casi di depressione severa) potrebbe ricevere aiuto. Grazie agli anni di ricerca oggi si sa che certi medicinali e psicoterapie sono efficaci per la depressione. Queste cure aiutano a diminuire la sofferenza della depressione.

La depressione nell'infanzia è stata riconosciuta soltanto due deceni fa. Il bambino depresso può simulare di essere malato, rifiutarsi di andare a scuola, non volere separarsi dai genitori o aver paura che uno di loro muoia. Il bambino più grande, può avere cattivo umore, generare problemi a scuola, comportarsi come un bambino vivace o indisciplinato, essere arrabbiato o sentirsi incompreso.

Siccome i comportamenti normali variano da un periodo dell'infanzia all'altro, a volte risulta difficile stabilire se un bambino sta semplicemente passando per una fase dello sviluppo o se sta veramente sotto uno stato depressivo. A volte il bambino manifesta un cambiamento nel comportamento molto evidente che preoccupa i genitori o l'insegnante dice che “non sembra il solito bambino”.

Obiettivi generali del nostro lavoro: Attraverso questa tecnica ci proponiamo di lavorare sugli aspetti emozionali, fisiologici dell'individio, cioè, sul problema, come evolve questo problema, in modo di aiutare a creare un equilibrio energetico e a stimolare l'espressione e la comunicazione.

Obiettivi specifici del nostro lavoro: La persona (aldilà della patologia o dell'apparente normalità) è un essere in evoluzione permanente, dinamico, in costante trasformazione. L'essere umano ha la possibilità di arrivare aldilà dell0 sviluppo organico e crescere in consapevolezza. Questo, ovviamente, è un obiettivo che ci porta a considerare la malattia o la sofferenza mentale come una fase che la persona sperimenta e di cui può imparare qualcosa utile.

• Integrare il gruppo.

• Stimolare la creatività

• Favorire l'auto-osservazione.

• Aumentare il livello di attenzione verso il proprio comportamento e riguardo il gruppo.

• Aumentare l'autostima.

• Sviluppare assertività

• Eliminare tensioni.

• Sviluppare empatia

Composizione del gruppo: il gruppo era costituito da 14 ADOLESCENTI, che sono seguiti nel servizio di Psiquiatria Infantile del CCSM di Playa, appartenenti a diverse Scuole Medie e Istituti Tecnici Superiori della Comunità.

Gli si sono applicati studi psicologici e psicometrici. Nell'area cognitiva, tutti con coefficiente intelettuale normale medio. Nell'area affettiva e della condotta: sintomi di depressione e in alcuni casi, ansia. Otto partecipanti di sesso feminile e 4 di sesso maschile. Età comprese tra 12 e 17 anni

Personale, materiali e metodi

2 Psicoterapeute, l'operatrice specialista in questo tipo di tecnica e la Psichiatra infantogiovanile. –I materiali e metodi impiegati partono essenzialmente dall'impiego del suono, in questo caso un tipo di musica creada appositamente dall'autore e ideatore della tecnica, Mario Corradini. – La voce, l'energia corporea ei movimenti indicati nelle diverse fasi della tecnica.

Risultati:

Con l'applicazione di questo metodo d'intervento musicale abbiamo ottenuto risultati molto alliettanti, i quali hanno causato impatto positivo in ognuno dei partecipanti ei loro terapeuti. Gli adolescenti migliorarono nel loro stato emozionale, il sonno, l'ansia, come nel rendimento scolastico, che in alcuni casi era compromesso. I ragazzi hanno capito la necessità di disegnarsi una meta, obiettivi, aumentarono l'autostima e la capacità di interagire con gli altri. Le relazioni con i genitori migliorarono considerevolmente. Si riuscì a migliorare il rapporto insegnate – famiglia – adolescente.

Conclusioni

La Biomusica viene chiamata “ la Musicoterapia Evolutiva ” perché consideriamo che la persona ( oltre la patologia o l'apparente normalità) è un essere in evoluzione permanente, dinamico, in costante trasformazione. In Biomusica si usa el suono per influire sulle tre aree attraverso esercizi, per evitare la somatizzazione dei blocchi energetici e/o per far retrocedere i processi che afettano la salute fisica e mentale. Evidenziamo quindi, il carattere preventivo degli esercizi della tecnica LADE prima nominata. Questa tecnica aumenta il potenziale innato dell'essere umano, di crescere nel suo livello di consapevolezza. L'individuo sa di esistere ed è giustamente questa proprietà la pietra basale su cui si costruisce l'Evoluzione.

“La musica è l'uomo fuggito da sé”. José Martí.

Biomusica e sindrome di Willams

ASSISTERE LA PERSONA CHE PRESTA LE CURE A BAMBINI CON SINDROME DI WILLIAMS ATTRAVERSO LA BIOMUSICA

(Julio Hernández Falcón y Víctor Valverde Molina)

Megaprogetto “Nuove Strategie Genomiche e Proteomiche nella Sanità Pubblica”

SDEI. PTID.05.1 y ENEO-UNAM, MESSICO

MEXICO

Il garantire il benessere di un individuo portatore di una patologia cronica o invalidante comporta un compito particolarmente impegnativo per il familiare che se ne occupa, poiché il paziente richiede diverse attenzioni a livelli differenti. Colui che quotidianamente assiste il malato, che generalmente è un familiare e di sesso femminile, pretende troppo da se stesso e si dimentica delle sue necessità personali. Prendersi cura di una persona vicina come un familiare non è un impegno facile, soprattutto quando si realizza al di fuori di un'istituzione, dal momento che chi presta questa assistenza lascia da parte la sua vita personale per focalizzarsi quasi a tempo pieno sul paziente. In modo sottile chi si prende cura del paziente tende a ridurre le proprie necessità primarie, prestando per esse poca attenzione e in generale non soddisfacendole.

Il compito quotidiano di chi assiste il paziente è totalizzante e la soddisfazione che ottiene deriva unicamente dal procurare il benessere di colui che ama. Tuttavia coloro che assistono i pazienti non sono esenti dal raggiungere situazioni che li conducono verso la frustrazione, la tensione e verso una sindrome di usura che di solito si presenta a causa del cambio radicale dello stile di vita e delle limitazioni alla propria sfera fisica e psichica. Così chi fornisce assistenza in modo funzionale può con il tempo trasformarsi in qualcuno che fornisce solo le cure elementari. È una situazione che genera stress permanente in chi si prende cura del malato, e produce cambiamenti interni che si riflettono, per esempio, in uno stato di immunosoppressione. Questo incrementa la vulnerabilità biologica e mette in pericolo la salute della persona.

 

Sindrome di Wiliams. La sindrome di Williams non richiede in maniera totale la presenza di un assistente primario per il paziente, ma non per questo non ci sono risvolti impegnativi sulla vita di chi se ne prende cura. Questa patologia comporta limitazioni nello sviluppo pieno dell'individuo che ne è affetto, che possono mettere a rischio la vita nel breve o nel medio periodo. Le persone che manifestano la sindrome di Williams hanno una personalità loquace e molto socievole, sono ansiosi ed emotivi. Possono sviluppare la depressione e sono fortemente dipendenti dalla personalità degli altri, così come dai loro stati d'animo.

Possono soffrire di costipazione cronica e dolore addominale cronico; frequentemente soffrono di problemi muscolo scheletrici, ernie, anomalie renali, ipercalcemia, problemi al cuore e ai vasi sanguigni, difficoltà visive (miopia, strabismo e ipermetropia).

Il ritardo nello sviluppo può comportare difficoltà nell'apprendimento; nonostante ciò queste persone possiedono una grande memoria auditiva, che dona loro una particolare abilità per la musica. Questo “orecchio musicale” ha permesso ai pazienti di riunirsi e formare gruppi che hanno come finalità il godere della musica. Queste associazioni sono punti di incontro per condividere momenti piacevoli di ascolto e interpretazione di brani musicali.

Associazioni. Tra coloro che primariamente forniscono assistenza ai pazienti nascono legami permanenti che li portano a avvicinarsi a causa della somiglianza delle loro storie personali. Sorge da qui la proposta di associarsi, accanto alle istituzioni, agli operatori sanitari e ai maggiori esperti, per affrontare insieme la loro particolare problematica. Si viene quindi a generare un feedback -di consigli dagli uni agli altri- al fine di “facilitare il cammino”. In questo modo nasce la Associazione Civile per la Sindrome di Williams, che ha chiesto appoggio a diverse istituzioni e professionisti fra cui anche ENEO, che è stata selezionata per partecipare al progetto sulla qualità della vita.

Aiuto professionale. Quando le persone che si occupano dei pazienti si trovano ad affrontare situazioni difficili che vanno al di là delle loro conoscenze, sono supportati dal personale sanitario: medici, psicologi, assistenti sociali, infermieri, ecc. Sfortunatamente, nel nostro Paese (Messico) chi assiste un malato decide di agire in questa direzione solo nel momento in cui la situazione esce totalmente dal suo controllo.

È comune che chi assiste un malato sottovaluti alcuni dei seguenti segnali nel momento in cui si presentano: •  Alterazione dei cicli di sonno/veglia (insonnia, sonnolenza); •  Stanchezza cronica, che porta ad abusare di stimolanti che contengono caffeina o tabacco o di sostanze che permettono di conciliare il sonno o il rilassamento, come alcol e medicine; •  Palpitazioni, tremori alle mani, disturbi digestivi; •  Difficoltà di concentrazione, quindi poca attenzione; •  Diminuzione dell'interesse per attività o persone che prima erano oggetto di interesse; •  Cambiamento nel consumo di alimenti (aumento o diminuzione); •  Comportamenti ossessivi (come, ad esempio, pulire continuamente); •  Diminuzione del livello di tolleranza, ci si arrabbia spesso e per dettagli privi di significato; •  Cambiamenti repentini dell'umore e dello stato d'animo; •  Difficoltà nel superare stati di depressione o nervosismo che si traducono in isolamento.

La UNAM implementa cosiddetti “Megaprogetti”, che portano le Nuove Strategie Genomiche e proteomiche nella Sanità Publica, riunendo equipe multidisciplinari. In questi programmi si cerca di promuovere la relazione paziente-suo assistente primario (e dell'assistente con se stesso) con un approccio olistico e attraverso strategie ”poco ortodosse” come la Biomusica.

La Biomusica rappresenta un insieme di tecniche utilizzate in differenti comunità terapeutiche ma anche in gruppi di persone che non presentano particolari sintomatologie, che integra la musica, il canto, il gioco, la libera espressione, la creatività, l'esercizio respiratorio, la narrazione e la fantasia guidata, apportando ai partecipanti i seguenti benefici:

  • Attiva o diminuisce la circolazione sanguigna regolando così la tensione arteriosa;
  • Il ritmo cardiaco cambia la sua velocità in modo da sincronizzarsi con i ritmi della musica ;
  • Aiuta il rilassamento;
  • Diminuisce l'ansia;
  • Diminuisce la frequenza respiratoria;
  • Diminuisce i livelli dei corticosteroidi;
  • Aumenta il livello di endorfina;
  • Diminuisce il dolore;
  • Aumenta i livelli delle Ig A e G;
  • Aumenta i valori di interleuchina-1;
  • Può influenzare positivamente la mente nell'evocare emozioni che hanno a che fare con l'allegria, il rilassamento e l'equilibrio psicologico;
  • Allevia la depressione e favorisce l'autostima.

L'esperienza della Biomusica con la Sindrome di Williams.

I risultati sono in questo momento incoraggianti, dal momento che i genitori dei bambini che presentano la sindrome di Williams si stanno integrando come un gruppo di lavoro mediante dinamiche aggregative come il gioco cooperativo e gli esercizi propri della Biomusica. Ecco alcuni dati preliminari:

  • La pressione arteriosa, se superiore o inferiore a valori normali, tende a normalizzarsi dopo ciascuna sessione di Biomusica
  • La gestione delle emozioni, poco a poco, si manifesta in modo spontaneo nei partecipanti. Loro stessi affermano di concludere la sessione di giochi e esercizi stanchi ma liberi dagli stati depressivi e ansiosi e dalla aggressività accumulati durante la settimana.
  • Il linguaggio corporeo dei partecipanti denota un rilassamento soprattutto nella muscolatura facciale e nella correzione della postura in relazione alla colonna vertebrale.

I risultati sono in questo momento incoraggianti, dal momento che i genitori dei bambini che presentano la sindrome di Williams si stanno integrando come un gruppo di lavoro mediante dinamiche aggregative come il gioco cooperativo e gli esercizi propri della Biomusica. Ecco alcuni dati preliminari:

  • La pressione arteriosa, se superiore o inferiore a valori normali, tende a normalizzarsi dopo ciascuna sessione di Biomusica;
  • La gestione delle emozioni, poco a poco, si manifesta in modo spontaneo nei partecipanti. Loro stessi affermano di concludere la sessione di giochi e esercizi stanchi ma liberi dagli stati depressivi e ansiosi e dalla aggressività accumulati durante la settimana.
  • Il linguaggio corporeo dei partecipanti denota un rilassamento soprattutto nella muscolatura facciale e nella correzione della postura in relazione alla colonna vertebrale.

Tutto indica che, in un prossimo futuro, potremo portare le conoscenze acquisite a gruppi di individui su una scala maggiore con problematiche simili. Quando gli operatori sanitari guardano alla persona che primariamente fornisce al malato l'assistenza come a uno dei pilastri da sostenere, apportandogli le cure necessarie, questo equivale al curare il malato in prima persona. Come sottolinea Vitaliano: “per quanto più tempo coloro che si prendono cura dei pazienti godono di ottima salute, tanto più tempo potranno mantenere la propria indipendenza, condurre una vita soddisfacente e offrire le cure adeguare alle persone che amano”.

In sostanza le nuove strategie di sanità pubblica sono basate sulla democratizzazione dei processi di cura, il che significa ampliare la partecipazione degli assistenti per i malati, professionisti e non, dando loro un senso di solidarietà comune.

Musicoterapia e tossicodipendenza

(Mario Corradini)

 

Secondo quello che ho potuto osservare nel mio lavoro, nel trattamento della tossicodipendenza esistono due varianti principali di applicazioni terapeutiche:

1) Riabilitazione

2) Prevenzione

1)  La prima è la vecchia linea, quella che si è applicata durante molto tempo. I ragazzi stavano lì, tossicodipendenti. Gli si accoglieva, gli si sistemava in comunità ( ci sono mille varianti di questo nome), gli si “rieducava” e poi gli si faceva tornare alla strada. Il tempo di questo processo variava e poteva essere di una anno a quattro anni circa. Era molto costoso ed era finanziato da fondi pubblici e/o privati.

La metodologia di recupero consisteva nel succedersi di diversi passi :

accoglienza-> rieducazione-> inserimento sociale  

Dentro di questi passi si sviluppavano programmi con la guida ed il sostegno di Operatori ( in un momento quasi tutti ex – tossicodipendenti), psicologi, ecc. I risultati non erano garantiti e non si sa con sicurezza il percentuale reale di quelli che veramente hanno abbandonato l'uso di stupefacenti.

2) La prevenzione è la linea dominante nell'attualità . Si creano strutture per attrarre e ricevere le fasce sociali “ a rischio”. Ad esempio: si fanno laboratori di diverse attività. Dentro di queste attività ci può stare la musica ( dove lavoravo io) in cui si impara a suonare uno strumento, castigando la batteria o cantando canzoni popolari. Questo non ha un profilo strettamente terapeutico ( apparentemente) ma in realtà, intrinsecamente, è un'ottima risorsa per aggregare disagiati, canalizzare aggressività e contenere i ragazzi che altrimenti sarebbero nella strada o girando nei posti dove si spaccia. Il fondo sociale europeo ha tagliato da tempo i finanziamenti per la riabilitazione e li versa nella prevenzione; ragione più che sufficiente per cui la politica en generale, riguardo le tossicodipendenze, si orienta verso quest'ultima. Le comunità, rimaste senza soldi, dovettero adattarsi a questa realtà e armarono programmi alternativi, corti e intensivi.

Ricordo che nella comunità dove lavoravo, vivevano 140 ragazzi insieme. Ora molti centri hanno ridotto il numero e i gruppi sono molto più piccoli, di 40 persone circa.

Il regime era quasi militare: capelli corti, unghie pulite, castighi, disciplina, ordine totale. Il programma era copiato ( non scherzo) in parte, a quello dei marines USA. ( Certo che bisogna includere in questa piccola analisi, il tipo di droga utilizzata, ecc.)

Ora questa linea dura si è “ammorbidita" e si vedono orecchini , capelli lunghi, barba, abbigliamento informale… La disciplina continua ma senza la aureola moralista- militarista di prima y se bisogna sottolineare che, attualmente, le sostanze sono più variate e accessibili, cosa che allarga la base popolare della tossicodipendenza. Se prima, 30 anni fa, la gente si drogava per dissenso sociale o per ricerche personali, ora il livello dei ragazzi si è popolarizzato ed è diminuita l'età – cioè sono sempre più giovani- e bisogna essere informato sul mondo adolescente se si vuole avere accesso veloce ai loro codici culturali.

 

LA NOSTRA PRIMA ESPERIENZA

Fu una esperienza molto importante perché abbiamo potuto verificare nella pratica quello che poi costituì la base della Biomusica. Abbiamo avuto l'occasione di fare un'esperienza diretta nelle comunità residenziali, nella riabilitazione di persone con problemi di tossicodipendenza ( Centro Italiano di Solidarietà- Roma).

 

Inizialmente lavoravamo con gruppi di 15 volontari ( con storie personali terribili e quasi tutti con diversi anni di eroina), durante 75 minuti al giorno, in periodi di una settimana ogni gruppo. Negli incontri partecipavano gli operatori della comunità.

In ogni incontri si rispettava il seguente schema:

  • attività ludico- musicali- 25 minuti
  • esercizi ed esperienze con il suono – 25 minuti
  • momenti riflessivi – 25 minuti

 

Dobbiamo sottolineare che quest'esperienza ha avuto alcune condizioni che favorirono il processo: i ragazzi erano in comunità, non andavano a dormire a casa, non si drogavano ( perché erano dentro) ed erano sostenuti e seguiti in gruppi che sviluppavano diversi programmi. Gli incontri si facevano nella mattina e si sviluppavano con uno schema similare a quello che oggi si fa in Biomusica, con l'inclusione di alcune esperienze di fantasia guidata. Poi c'erano due ore nel pomeriggio in cui, a turno, si facevano colloqui introspettivi con quelli che volevano parlare.

 

I risultati sorprendevano i vecchi operatori della comunità, perché verificavano che gli interventi incidevano decisamente sull'aspetto emozionale dei volontari. In altre parole, si riusciva, in una settimana, a raggiungere obiettivi che impegnavano fino a tre mesi di trattamenti “normali”. Mi riferisco, ad esempio, all'”aprirsi”, raccontare, dire e/o cercare le ragioni profonde della loro dipendenza. I ragazzi si sentivano scuotere dai giochi, dalle intonazioni e dalle fantasie con musica, cosa che provocava che le loro difese emozionali si spaccassero e vomitassero tutto. Sicuramente io ne prendevo parecchio che ancora non avevo imparato a “chiudere la pancia” e quindi, mi succhiavo tutta la negatività e finivo con la febbre, puntualmente, ogni fine settimana.

Come risultati generali, abbiamo potuto verificare:

  • Miglioramento nell'aspetto comportamentale
  • Aumento della predisposizione al lavoro su di sé ( fondamentale nelle comunità di questo tipo)
  • Minore aggressività

Dopo gli interventi si aprì uno spazio alle riflessioni individuali e di gruppo dove abbiamo verificato :

. Aumento dell' autoestima

  • Diminuzione delle difese e maggiore disponibilità al dialogo
  • Migliore atteggiamento verso la socializzazione
  • Maggiore disponibilità verso la condivisione nel gruppo dei vissutti più intimi.

Inoltre, nella maggior parte dei casi trattati si stabilirono dirette connotazioni tra le diverse personalità e i conflitti emozionali sviluppati. Quest'osservazione costituisce una delle basi di quello che poi canalizziamo verso la determinazione di una “mappa” di somatizzazioni dei conflitti.

Osservazioni

 

Da tutti i concetti , ricerche e considerazioni nominate, abbiamo strutturato il metodo della Biomusica, integrando la musica ad altre discipline complementare. I lavori svolti, sia nello studio iniziale sulle tossicodipendenze, sia quelli che si realizzarono posteriormente, ci permettono di ipotizzare alcuni punti che desideriamo condividere:

LA MUSICOTERAPIA:

  1. a) può essere completata con altre tecniche. Per questo tentiamo di fare confluire quei metodi che possono essere più adeguati agli obiettivi che ci proponiamo.
  2. b) deve agire come agisce la musica: avvolgendo totalmente la persona.
  3. c) si presenta in diverse maniere secondo l'intenzione di chi la propone e, ovviamente, risulta difficile concludere in una sola definizione della stessa. Per questa ragione, preferiamo utilizzare il termine musicoterapia, con una S pluralista che possa includere tutti quei metodi di lavoro orientati ad usare la musica con obiettivi terapeutici, intendendo per terapeutiche tutte quelle procedure che possano aiutare nella prevenzione, riabilitazione, recupero, educazione e sviluppo personale.

L'INDIVIDUO:

a) è ( siamo) un essere dinamico, in processo di evoluzione permanente, un essere che impara costantemente attraverso le sue esperienze di vita. Aldilà delle sue patologie o della sua apparente normalità, è una forma di vita in costante trasformazione.

b) è ( siamo) soffermato dalla sofferenza mentale, che è alla base dei conflitti emozionali non risolti.

c) ha (abbiamo) come uno degli obiettivi, acquisire conoscenze utili per migliorare l'esistenza.

d) ha ( abbiamo) la possibilità di arrivare aldilà del nostro sviluppo organico e crescere in coscienza, il cui implica un salto evolutivo nella percezione del reale , cioè nello sguardo verso il mondo.

e) tiene ( tenemos ) la posibilidad de llegar más allá de nuestro desarrollo orgánico y crecer en conciencia, lo cual implica un salto evolutivo en la percepción de lo real, o sea en su mirada del mundo.