BIOMUSICA NELL'EDUCAZIONE

Biomusica interviene in tutti i livelli educativi, dalla prima infanzia fino all’Università. Agisce sul benessere fisico, emozionale e relazionale, contribuendo a migliorare la socievolezza e l’integrazione tra gli allievi e con i docenti.

Attraverso i giochi Biomusica stimola la cooperazione, generando un clima di distensione e benessere. Gli esercizi energetici permettono di instaurare un rapporto equilibrato e salutare con il corpo che cresce e cambia, diminuendo le tensioni, sviluppando l’attenzione e concentrazione, favorendo la predisposizione a imparare e i vincoli salutari.

Utilizzata dai docenti ne migliora l’interazione con allievi, dirigenti e con i propri colleghi promuovendo l’empatia, il lavoro di gruppo e la possibilità di risolvere più velocemente conflitti individuali e di convivenza.

ARTICOLI

Biomusica e studenti di violino in Cuba

Lic. Zoila Menéndez.

In Biomusica si afferma che:

corpo e suono sono un binomio inseparabile perché interagiscono costantemente.
la musica agisce fisica e psicologicamente.
i conflitti si risolvono quando la persona comprende l’origine.
i movimenti attivano emozioni e pensieri
il corpo genera frequenze sonore.
la musica può aiutare nel processo della propria evoluzione
l’arte di fare musica è l’arte di commuovere.

PRINCIPALI PROBLEMI NELL’IMPARARE MUSICA A CUBA NEL LIVELLO ELEMENTARE:

• Il livello di esigenza è alto e molto rigoroso / Esiste una doppia carica docente per lo studente / Si riduce il tempo per soddisfare alcune necessità basiche quali il gioco / Aumenta il tempo dedicato allo studio dello strumento / Gli allievi devono realizzare periodici esami, verifiche, audizioni, presentazioni in pubblico, ecc.

Tutto questo origina lo STRESS del musicista

Obiettivi della nostra esperienza

1 – Sostenere lo studente di musica per favorire che in modo personalizzato e attivo si approprie degli strumenti che lo aiuteranno nel suo studio creativo.

2 –Sviluppare la consapevolezza corporeo – musicale dello studente riguardante: intonazione interna, tonicità, respirazione, deconcentrazione, stile nell’affrontare la “paura scenica”.

METODOLOGIA DEL LABORATORIO DI BIOMUSICA

FASE I: Motivazione

I nostri obiettivi :

Riscaldamento muscolare
Integrazione del gruppo
Stimolo della creatività
Socializzazione
Scaricare tensioni
Fase II Applicazione degli esercizi di Biomusica che si basano nel Lavare, Accumulare, Distribuire ed Equilibrare il sistema bioenergetico.

Fase III : Chiusura: Ci siamo proposti motivare per il prossimo incontro e fare un’auto-valutazione

Abbiamo utilizzato giochi ed esercizi teatrali.

Tempo : Laboratori settimanali di 1 ora.

Primo Gruppo: Alunni del 1° e del 2° anno del corso di strumenti a corda della Scuola Elementare di Musica “Manuel Samuel”. Organizzazione: 4 gruppi di 15 studenti ognuno.

Secondo gruppo: Alunni di 1° anno del corso di strumenti a corda della Scuola Elementare di Musica “Paulita Concepción”.

Organizzazione : gruppo di 15 alunni.

Osservazioni : Si realizza il Laboratorio nell’orario della lezione collettiva di violino.

Risultati:

Secondo l’osservazione dei professori si sono raggiunti i seguenti risultati nel confronto con i corsi precedenti.

Più facilità, velocità e godimento nell’acquisire conoscenza.
Totale disinibizione nelle presentazioni in pubblico
Risultati scolastici superiori ai corsi precedenti.
Conclusioni

La BIOMUSICA agisce come sostegno nell’apprendimento negli studenti di musica di corta età. Si osserva un maggiore sviluppo nel campo sonoro interno, consapevolezza corporea, capacità espressiva, risorse nello sbloccarsi e facilità nell’esecuzione virtuosa. Permette al bambino di sviluppare precocemente il godimento nell’esecuzione strumentale, elemento essenziale nella creatività artistica.

Educazione: una esperienza con Biomusica

UN’ ESPERIENZA ITALIANA CON BIOMUSICA

NELL’AMBITO EDUCATIVO

 

“L’urgenza di esplorare lo spazio evolutivo"

(Luca Marchioni)

 

Questa è una ricerca empirica, basata sull’utilizzo della Biomusica nell’ ambito scolastico. Durante quattro anni si sono realizzati progetti nelle scuole di Roma e Firenze, Pubbliche e Private, durante l’orario scolastico. I progetti hanno avuto come interlocutori a più di 800 alunni e circa 40 adulti tra dirigenti, professori, educatori e personale di servizio.Si sono svolte attività con gruppi che includevano uno o due integranti con difficoltà psichiche e/o psichiche. La ricerca ha richiesto un totale di 620 ore di lavoro.

 

Sfide difficili e possibili

La sfida di questa attività è stata quella di definire concretamente lo spazio evolutivo, ovvero quella dimensione che si fa presente prima, durante e dopo, lo spazio terapeutico e di riabilitazione. Una dimensione emotiva che prende vita a seguito della condivisione di spazi e di tempi comuni tra gruppi di esseri umani. È fugace ed invisibile ma non perciò inesistente, non si può toccare ma è concreta. Questo spazio, in base alla nostra esperienza, nasconde molte informazioni fondamentali per il percorso di innovazione urgente che la scuola e tutti i suoi protagonisti devono raggiungere nelle loro modalità vincolari.

Alcuni punti critici attorno ai quali si è svolta l’esperienza

Personalizzare il rapporto docente – alunno: ciò ha significato che l’aspetto emozionale di ogni persona si convertisse definitivamente in una materia pedagogica dell’attività didattica ed educativa nella scuola. Proporsi di lavorare nella dimensione emotiva della scuola, impegna a sviluppare una “nuova prospettiva critica e polemica”, necessaria per far fronte ai pregiudizi che si radicano nelle modalità dominanti di concepire l’essere umano ed i suoi rapporti, nell’ambito scolastico. Recuperare spazi e prospettive per la normalità: gni essere umano ha emozioni, indipendentemente dalla sua condizione: le emozioni sono democratiche.

La ricerca empirica si è svolta nell’ambito lavorativo –e di pensiero – dove ci fossero “orecchi” per la normalità emotiva di ognuno e non per le differenze. L’urgenza del nostro lavoro è stata quella di recuperare la capacita di osservazione ed interessarsi alla normalità dell’essere umano, quella parte che appartiene a tutti, nonostante le differenze. Questa, in un certo senso, si è potuta scoprire laddove nascono e si trasformano le emozioni. Per queste ragioni tutti i gruppi sono stati invitati a partecipare in uguali proposte dagli integranti. Tutti i gruppi hanno potuto rompere con lo stereotipo della differenza, scoprendo che si poteva apprendere dalle risposte che ogni participante offriva riguardo alle sue normali o diversamente normali possibilità. Comunità Emozionale: le emozioni operano nell’essere umano completo ed influenzano il suo agire con il prossimo. Perciò le emozioni influiscono nei rapporti ed i rapporti nelle emozioni. Questo ha implicato che la attività si svolgesse sempre con il gruppo e mai con l’individuo separatamente.

Si è stabilito che è in gruppo dove ogni alunno sperimenta i suoi rapporti e le sue emozioni, perché il gruppo, nel quale l’alunno vive la maggior parte del tempo scolastico, rappresenta la sua “comunità di riferimento”.

È importante che detta comunità sia in grado di trasformare punti di vista su se stessa ed i suoi partecipanti, per questo motivo si è considerato come fondamentale non dividere gli integranti del gruppo evitando cosi di realizzare l’attività solamente con alunni di differenti capacità o altre difficoltà. Si e potuto comprovare quanto sia difficile un cambio emotivo effettivo che non si realizzasse nel gruppo e che non interessasse al gruppo completo. Questa attività considera che, attraverso il processo di trasformazione delle emozioni, ci si può trasformare come essere umano e come gruppo. Affinché adulti, giovani e bambini possano raggiungere queste trasformazioni, pare che non sia sufficiente parlare, cantare, danzare o dipingere le emozioni, ma è impellente e vantaggioso lavorare nella ricostruzione di quello spazio evolutivo che dovrebbe essere rappresentato dalla scuola.

Concludendo

In base alla nostra esperienza diretta si e comprovato che la Biomusica propone idee e tecniche per realizzare azioni concrete che incidano effettivamente nei limiti dell’ambito scolastico, particolarmente nelle modalità vincolari che regolano la interazione dei loro protagonisti– con una incredibile recidiva diretta sul problema della distrazione a scuola. Queste azioni possono acquisire più forza e senso se, con il tempo i loro risultati aiutino a sensibilizzare sull’importanza di realizzare ricerche sulle potenzialità evolutive dell’essere umano anche nell’ambito pedagogico ed educativo.