IL GIOCO PER RISVEGLIARE I RICORDI

di Mario Corradini

 

I movimenti non abituali evocano ricordi.

Durante la crescita la persona va sempre più restringendo la gamma dei suoi movimenti: dei giri veloci, della marcia saltellante, delle capriole dell’infanzia rimane ben poco. L’adulto, infatti, economizza sforzi e con ciò lentamente sclerotizza i suoi movimenti. Questo processo di meccanizzazione e irrigidimento dei suoi muscoli, è parallelo all’automatico ripercorrere sempre gli stessi sentieri mentali e gli stessi comportamenti che ne derivano. Movimenti ripetuti equivalgono sempre agli stessi pensieri e agli stessi sentimenti.

Una persona abituata a movimenti meccanici si abitua pure a pensieri meccanici, sebbene non ne sia consapevole. Al contrario, l’esecuzione di un movimento non abituale provocherà, in questa persona, associazioni diverse da quelle quotidiane e stimolerà nuove reazioni emotive, inducendo a nuovi modelli di comportamento.

 

La memoria è conservata in ogni parte del corpo, non solo nel cervello. Il corpo ha la loro memoria.

Quei ricordi, che si attivano a partire dal movimento di determinati muscoli, possono nascondere conflitti, veri e propri blocchi emozionali che si proiettano alla coscienza in maniera diretta o sotto forma allegorica. Le immagini percepite narrano di situazioni del passato così come si sono verificate o in maniera simbolica. Il loro affluire coincide con la necessità si scaricare la tensione mentale, ma l’importanza vera di questo processo sta nel fatto che tramite il loro riemergere si può lavorare sui comportamenti della vita quotidiana che consideriamo pregiudiziali.

 

Una nuova informazione prodottasi a livello muscolare favorisce l’apertura di un altro circuito o il risveglio di un vecchio circuito inattivo.

Che cosa succede quando una persona riesce a giocare come quando era piccola? Il gioco preso come gioco, senza la speculazione dell’adulto è una fonte di stimolo per risvegliare ricordi apparentemente dimenticati. Quando un adulto gioca come un bambino compie un gran numero di movimenti non abituali, forza muscoli irrigiditi nel tempo che racchiudono immagini e sensazioni. Queste ultime, con il riattivarsi del movimento, possono emergere alla coscienza. Ecco perché in Biomusica utilizziamo i giochi.